giovedì 16 agosto 2012

A piedi nudi sull'Etna - da Katane n.2 Marzo 2009

L’uomo e la montagna. Un sapore atavico di sfida infinita. Sarà forse l’aspirazione dell’essere umano ad elevarsi per allontanarsi dalla terra e avvicinarsi in qualche modo ad un’entità soprannaturale. Da sempre la montagna ha esercitato un fascino irresistibile che ha spinto l’uomo a cercare di dominarla, di scalarla, di raggiungere le sue vette. Quando poi la montagna è anche un vulcano, la sfida sembra davvero insostenibile e spesso l’uomo è destinato a soccombere.
Lo hanno ben capito nel corso dei secoli le genti dell’Etna, che ormai sanno che a muntagna non si sfida…si ama.
E l’Etna si lascia amare. Prima seduce col suo manto cangiante, ammalia col suo fascino misterioso, poi si lascia amare.
In queste pagine vogliamo raccontare proprio una di queste bellissime storie d’amore: l’Etna e Tom Perry. Il vulcano attivo più grande d’Europa e l’uomo che sale e scende le montagne di tutto il mondo a piedi nudi.
Il 29 marzo del 2007 l’alpinista scalzo corona uno dei suoi sogni più ambiziosi: scalare l’Etna. Impresa che a noi normali e ben equipaggiati può sembrare impossibile, figuriamoci poi a doverla compiere totalmente scalzi. Avvallamenti, pendenze notevolissime, canaloni di cenere, incontri con speroni di roccia lavica tagliente, banchi di tufo sui quali è facile perdere l’equilibrio e scivolare. Tutte prove che l’uomo che ama come nessun altro la montagna, supera con fatica ma con grande destrezza. Dietro, una squadra compatta che lo sostiene e lo aiuta a prepararsi al meglio. A coadiuvare lui e il suo team in Sicilia gli amici Maurizio Dal Bosco e Carmelo Nicoloso. Raggiunta la cima del vulcano, Tom capisce di trovarsi di fronte ad una situazione unica: senza scarponi tra neve, ghiaccio e fuoco. Infatti oltre ad una fitta coltre bianca deve fare i conti con una nuova colata lavica, fuoriuscita proprio all’alba di quel giorno dal cratere di Sud-Est. La discesa a piedi nudi dal cratere maggiore, come dirà successivamente, gli farà provare «un’emozione unica, quella che solo può dare una montagna che ha un’anima e un cuore pulsante e che riesce a trasmettere un’immensa energia». L’uomo, che ormai conosce i segreti delle più grandi vette del mondo, scende dal vulcano siciliano correndo sulla neve e sulla cenere infuocata, costeggiando il fiume di lava incandescente. Costretto a saltelli improvvisi perché passa da temperature sotto lo zero a centinaia di gradi in pochi istanti. Durante la discesa raccoglie un frammento di lava che porterà sul Fujiama, la più alta montagna del Giappone, per celebrare un ideale gemellaggio tra due tra le cime più amate della terra e rendersi ambasciatore di «un messaggio di pace e solidarietà tra le genti di tutto il pianeta».
E in effetti, solo qualche mese dopo, l’alpinista scalzo si supera raggiungendo, seppur in condizioni climatiche proibitive, la vetta della montagna simbolo dell’Oriente. Vi lascia il frammento di lava raccolto sull’Etna e porta con se le ceneri del Fujiama che tornando in Sicilia depositerà in cima al Mongibello a suggello delle avvenute simboliche nozze tra i due vulcani.
L’uomo e la montagna…protagonisti di un atto d’amore. Perché la montagna non si sfida…si ama.

Salvo Longo




A tu per tu con l’alpinista scalzo

Cos’è che l’ha spinta a camminare scalzo e a cimentarsi in queste enormi imprese?

"La sfida, inizialmente con me stesso, che poi con gli anni è diventata provocazione per poter comunicare e lanciare messaggi forti ad una società sempre più in crisi".

Qual è il suo rapporto con l’Etna, che cosa rappresenta per lei il vulcano siciliano e quali emozioni le ha suscitato quando è sceso a piedi nudi correndo accanto alla colata lavica?

"L’Etna ha rappresentato la svolta del mio percorso personale, correndo a piedi nudi fra lava e ghiaccio, si sono intersecati in un solo momento tutti gli elementi che compongono la struttura del pianeta. Trovarsi in questo stupendo gioco di temperature, materia e gas dimostra come l’uomo sia perfettamente integrato, nell’Ecosistema terrestre. E' stata per me un’esperienza irripetibile, ed unica nel suo genere. Chiamiamola pure il momento supremo della storia di Tom Perry".

Qual è il senso della sorta di gemellaggio che ha propiziato tra l’Etna e il Fujiama?

"Entrambe per me rappresentano la sacralità della montagna. Per i Giapponesi l’unicità del Fujiama la rende Santa, per i Siciliani “A Montagna” diventa il luogo simbolo di una Terra ricca di
tradizioni e contraddizioni".

Quando tornerà e quale sarà la prossima impresa sull’Etna?

"Sull’Etna tornerò per chiudere il cerchio sui Vulcani e questo accadrà sicuramente entro il 2012".
S.L.




Un italiano in cima al mondo

Tom Perry, al secolo Antonio Peretti, nasce nel 1960 in Veneto, a Sovizzo, piccolo centro a pochi chilometri da Vicenza, e fin da giovane rivela una spiccata predisposizione all’attività sportiva, che lo porterà ad essere calciatore, atleta di mezzofondo, paracadutista, appassionato escursionista, spericolato campione di motociclismo.
E’, però, in età matura, proprio sui monti frequentati quotidianamente per professione, che l’agente di polizia provinciale Antonio Peretti scopre la sua particolarissima vocazione: correre in montagna a piedi nudi. Nasce così “l’alpinista scalzo”, l’uomo che sale e scende dalle montagne di tutto il mondo senza scarponi.
A piedi nudi inizia nel 2002 sulle Dolomiti. Sorprendendo tutti scala fra le altre le Tofane, il Cristallo, la Marmolada. Sulle Alpi spiccano le imprese compiute nel 2006 sul Monte Bianco e sul Gran Paradiso. Nel 2004 la sua prima spedizione extraeuropea. Primo uomo al mondo, sale e scende a piedi nudi il Kilimangiaro, che con i suoi quasi seimila metri è la montagna più alta del continente Nero. Nel 2005 sfida vittoriosamente i vulcani, tutti sopra i seimila metri, della Bolivia. Sempre in sud America si rende protagonista di un altro clamoroso exploit attraversando, sempre a piedi nudi, il Salar de Uyuni, il più alto lago salato e ghiacciato del mondo, a 3750 metri, e il deserto di Atacama. La consacrazione a livello internazionale avviene nel 2006 quando partecipa in Himalaya alla spedizione con meta il Makalu, 8456 metri, la quinta montagna del mondo. Tom Perry percorre tutto il trekking di avvicinamento al campo base, (posto a 5700 metri di quota), coprendo 140 chilometri complessivi, nelle valli più remote e inaccessibili del Nepal, a piedi nudi, portando con sé la fiaccola delle olimpiadi invernali di Torino eccezionalmente autografata dal Dalai Lama e superando passi di quasi cinque mila metri, camminando giorni interi sulla neve. Nel marzo 2007 è autore di un’altra spettacolare prova, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo: scala a piedi nudi l’Etna, correndo durante un’eruzione a fianco di una incandescente colata lavica.
Dopo l’Etna, Tom Perry si cimenta su un altro vulcano, il Fujiama, e nonostante le avversità del tempo raggiunge la cima. L’ultima impresa, in ordine cronologico, ha riguardato la scalata dell’Aconcagua, che con i suoi 6962 metri, è la vetta più alta del continente americano.


Testi e intervista tratti da Katane n.2 Marzo 2009




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